IL GIARDINO SEGRETO DI PAVIA: L'ORTO BOTANICO




Via S. Epifanio 14/i 27100 Pavia





tel. +39o382/23069





mercoledì 2 giugno 2010

Gli amici dell'Orto Botanico di Pavia

Si tratta di un'associazione fondata nel 1994 con lo scopo di rilanciare l'immagine dell'Orto Botanico.L'associazione si impegna a curare le visite guidate per adulti e bambini, organizzare conferenze e manifestazioni, collaborare con i giardinieri e gli addetti per la cura delle zone verdi dell'orto. In accordo con la direzione del Dipartimento, gli Amici dell'Orto Botanico si impegnano anche a finanziare le esigenze dell'orto, sciogliendo problematiche che altrimenti sarebbero irrealizzabili.

Gli obiettivi che l'associazione persegue sono essenzialmente tre:
  • proporre iniziative culturali, tramite conferenze di Botanica e Floricoltura, seminari, mostre e manifestazioni per far riscoprire la magia dell'Orto Botanico, o come preferiamo chiamarlo, del Giardino Segreto di Pavia;
  • far emergere l'Orto Botanico come luogo di aggregazione e riavvicinamento alla natura;
  • favorire il rilancio economico dell'Orto grazie anche a collaboratori e finanziatori esterni.

E' un gruppo formato da persone semplici ed umili, estremamente disponibili e pronti a chiarimenti e nuove collaborazioni. Proprio per questo motivo, abbiamo deciso di contribuire anche noi, nel nostro piccolo, fornendo alla Direzione degli Amici dell'Orto Botanico una serie di copie del nostro video sullOrto Botanico da poter regalare a gruppi di visitatori e appassionati della botanica.

Il giardino segreto (scene varie)

Flowers - Fiori Rose Orchidee Iris

Pictures of Wonderful Flowers - Foto Di Fiori Meravigliosi

Lucio Battisti - Fiori Rosa Fiori Di Pesco

Ci Vuole Un Fiore

Le Rose rosse van - Alice nel paese delle meraviglie

La Canzone dei Fiori - DISNEY's Alice Nel Paese Delle Meraviglie

Alice nel Paese delle Meraviglie - I Fiori

martedì 1 giugno 2010

Abbiamo voluto creare una sessione dedicata al mondo della poesia che si intreccia con quello dei fiori, della natura.. Perchè non si puù udire nulla di più dolce e soave di un canto ai fior dedicato..

IL GELSOMINO NOTTURNO di Giovanni Pascoli

E s'aprono i fiori notturni,
nell'ora che penso a' miei cari.
Sono apparse in mezzo ai viburni
le farfalle crepuscolari.
Da un pezzo si tacquero i gridi:
là sola una casa bisbiglia.
Sotta l'ali dormono i nidi,
come gli occhi sotto le ciglia.
Dai calici aperti si esala
l'odoredi fragole rosse.
Splende un lume là nella sala.
Nasce l'erba sopra le fosse.
Un'ape tardiva sussurra
trovando già prese le celle.
La Chioccetta per l'aia azzurra
va col suo pigolio di stelle.
Per tutta la notte s' esala
l'odore che passa col vento.
Passail lume su per la scala;
brilla al primo piano: s'è spento..
E' l'alba: si chiudono i petali
un poco gualciti; si cova,
dentro l'urna molle e segreta
non so che felicità nuova.

LA GINESTRA di Giacomo Leopardi

Qui sull'arida schiena
del formidabil monte
Sterminator Vesevo,
la quale null'altro allegra albor nè fiore
tuoi cespi solitari intorno spargi,
odorata ginestra,
contenta dei deserti. Anco ti vidi
dè tuoi steli abbellir l'erme contrade
che cingon la cittade
la qual fu donna dè mortali un tempo,
e del perduto impero
par che col grave e taciturno aspetto
faccian fede e ricordo al passeggero.
Or ti riveggo in questo suol, di tristi
lochi e dal mondo abbandonati amante
e d'afflitte fortune ognor compagna.
Questi campi cosparsi
di ceneri infeconde, e ricoperti
dell'impietrata lava,
che sotto i passi al pelegrin risona;
dove s'annida e si contorce al sole
la serpe, e dove al noto
cavernoso covil torna il coniglio;
fur liete ville e colti,
e biondeggiar di spiche, e risonaro
di muggito d'armenti;
fur giardini e palagi,
agli ozi dè potenti
gradito ospizio; e fur città famose
che coi torrenti suoi l'altero monte
dall'ignea bocca fulminando oppresse
con gli abitanti insieme. Or tutto intorno
una ruina involve,
dove tu siedi, o fior gentile, e quasi
i danni altrui commiserando, al cielo
di dolcissimo odor mandi un profumo
che il deserto consola. A queste piagge
venga solui che d'esaltar con lode
il nostro stato ha in uso, e vegga quanto
è il gener nostro in cura
all'amante natura. E la possanza
qui con giusta misura
anco estimar potrà dell'uman seme,
cui la dura nutrice, ov'ei men teme,
con lieve moto in un momento annulla
in parte, e può con moti
poco men lievi ancor subitamente
annichilare in tutto.
Dipinte in queste rive
son dell'umana gente
le magnifiche sorti e progressive.
Qui mira e qui ti specchia,
secol superbo e sciocco,
che il calle insino allora
dal risorto pensier segnato innanti
abbandonasti, e volti addietro i passi,
del ritornar ti cabti,
e procedere il chiami.
Al tuo pargoleggiar gli'ingegni tutti,
di cui lor sorte rea padre ti fece,
vanno adulando, ancora
ch'a ludibrio talora
t'abbian fra se. Non io
con tal vergogna scenderò sottoterra;
ma il disprezzo piuttosto che si serra
di te nel petto mio,
mostrato avrò quanto si possa aperto:
ben ch'io sappia che obblio
preme chi troppo all'età propria increbbe.
Di questo mal, che teco
mi fia comune, assai finor mi rido.
Libertà vai sognando, e servo a un tempo
vuoi di nove il pensiero,
sol per cui riorgemmo
dalla barbarie in parte, e per cui solo
si cresce in civiltà, che sola in meglio
guida i pubblici fati.
Così ti spiacque il vero
dell'aspra sorte e del depresso loco
che natura ci diè. Per questo il tergo
vigliaccamente rivolgesti al lume
che il fè palese: e, fuggitivo, appelli
vil chi lui segue, e solo
magnanimo colui
chè se schernendo gli altri, astuto o folle,
fin sopra gli astri il mortal grado estolle.
Uom di povero stato e membra inferme
che sia dell'alma generoso e alto,
non chiama sè nè stima
ricco d'or nè gagliardo,
o di splendida vita o di valente
persona infra la gente
non fa risibil mostra;
ma sè di forza e di tesor mendico
lascia parer senza vergogna, e noma
parlando, apertamente, e di sue cose
fa stima al vero uguale.
Magnaniomo animale
non credo io già, ma stolto,
quel che nato a perir, nutrito in pene,
dice, a goder son fatto,
e di fetido orgoglio
empie le carte, eccelsi fatti e nove
felicità, quali il ciel tutto ignora,
non pur quest'orbe, promettendo in terra
a popoli che un'onda
di mar commosso, un fiato
d'aura maligna, un sotterraneo crollo
distrugge si, che avanza
a gran pena di lor la rimembranza.
Nobil natura è quella
che a sollevar s'ardisce
gli occhi mortali incontra
al comun fato, e che con franca lingua,
nulla al ver detraendo,
confessa il mal che ci fu dato in sorte,
e il basso stato e frale;
quella che grande e forte
mostra se nel froffrir, né gli odii e l'ire
fraterne, ancor più gravi
d'ogni altro danno, accresce
alle miserie sue, l'uomo incolpando
del suo dolor, ma da la colpa a quella
che veramente è rea, che dé mortali
madre è di parto e di voler matrigna.
Costei chiama inimica; e incontro a questa
congiunta esser pensando,
siccome è il vero, ed ordinata in pria
l'umana compagnia,
tutti gfra sè confederati estima
gli uomini, e tutti abbraccia
con vero amor, porgendo
valida e pronta e aspettando aita
negli alterni perigli e nelle angosce
della guerra comune. E alle offese
dell'uomo armar la destra, e laccio porre
al vicino e inciampo,
stolto credo così qual fora in campo
cinto d'oste contraria, in su più vivo
incalzar degli assalti,
gl'inimici obbliando, acerbe gare
imprender con gli amici,
e sparger fuga e fulminar col brando
infra i propri guerrieri.
Così fatti pensieri
quando fien, come fur, palesi al volgo,
e quell'orror che primo
contra l'empia natura
spinse i mortali in social catena,
fia ricondotto in parte
da verace saper, l'onesto e il retto
conversar cittadino,
e giustizia e pietade, altra radice
avranno allor che non superbe fole,
ove fondata probità del volgo
così star suole in piede
quale star può quel ch'ha in error la sede.
Sovente in queste rive,
che, desolate a bruno
veste il flutto indurato, e par che ondeggi,
seggo la notte; e su la mesta landa
in purissimo azzurro
veggo dall'alto fiammeggiar le stelle,
cui di lontan fa specchio
il mare, e tutto di scintille in giro
per lo vòto seren brillare il mondo.
E poi che gli occhi a quelle luci appunto,
ch'a lor sembrano un punto,
e sono immense, in guisa
che un punto a petto lor son terra e mare
veracemente; a cui
l'uomo non pur, ma questo
globo ove l'uomo è nulla
sconosciuto è del tutto; e quando miro
quegli ancor più senza alcun fin remoti
nodi quasi di stelle,
ch'a noi paion qual nebbia, a cui non l'uomo
e non la terra sol ma tutte in uno
del numero infinite e della mole,
con l'aureo sole insiem, le nostre stelle
o sono ignote, o così paion come
essi alla terra, un punto
di luce nebulosa; al pensier mio
che sembri allora, o prole
dell'uomo? E rimenbrando
il tuo stato quaggiù, di cui fa segno
il suol ch'io premo; e poi dall'altra parte
che te signora e fine
credi tu data al Tutto, e quante volte
favoleggiar ti piacque, in senso oscuro
granel di sabbia, il qual di terra ha nome
per tua cagion, dell'universe cose
scender gli autori, e conversar sovente
cò tuoi piacevolmente, e che i derisi
sogni rinnovellando, ai saggi insulta
fin la presente età, che in conoscenza
ed in civil costume
sembra tutte avanzar; qual moto allora,
mortal prole infelice, o qual pensiero
verso te finalmente il cor m'assale?
Non so se il riso o la pietà prevale.
Come d'arbor cadendo il picciol pomo,
cui là nel tardo autunno
maturità senz'altra forza atterra,
d'un popol di formiche i dolci alberghi,
cavati in molle gleba
con gran lavoro, e l'opre
e le ricchezze che adunate a prova
con lungo affaticar l'assidua gente
avea provvidamente al tempo estivo,
schiaccial, diserta e copre
in un punto; (...)
E piegherai sotto il fascio mortal non renitente
il tuo capo innocente:
ma non piegato insino allora indarno
cordialmente supplicando innanzi
al fuuro oppressor; ma non eretto
con forsennato orgoglio onver le stelle,
nè sul deserto, dove
e la sede e i natali
non per voler ma per fortuna avesti;
ma più saggia, ma tanto
meno inerma dell'uom, quanto le frali
tue stirpi non credesti
o dal fato o da te fatte immortali.

Le Gimnosperme, le Angiosperme e l'Arboreto
















Le Gimnosperme





Il settore delle Gimnosperme è situato ad oriente dell'Istituto e comprende diverse Pinacee europee ed esotiche, Taxacee e Ginko.


Le Gimnosperme (Gymnospermae) sono in gruppo di piante vascolari (Tracheobionta) che producono semi non protetti da un ovario. Sono tutte piante spermatofite legnose.


Le Gimnosperme e le Angiosperme sono i soli gruppi di piante che producono semi non semplicemente spore; per questo motivo sono raggruppate nelle Spermatofite (piante con semi).


Ginkgo biloba L. è un fossile vivente ed unica specie ancora sopravvissuta della famiglia Ginkgoaceae ma anche dell'intero ordine Ginkgoales (Engler 1898) e della divisione delle Ginkgophyta.


Appartiene alle Gimnosperme: i semi non sono protetti dall'ovario. Le strutture a forma di albicocca che sono prodotte dagli esemplari femminili non sono frutti. Sono semi ricoperti da un involucro carnoso. E' un albero anctichissimo le cui origini risalgono a 250 milioni di anni fa.



Le Angiosperme


Le Magnoliofite (o Magnoliophyta) sono una vasta divisione di piante note anche sotto il nome di Angiosperme (o Angiospermae). Il Codice Internazionale di Nomenclatura Botanica (ICBN) permette, per i taxa di rango superiore alla famiglia, di usare indipenndentemente nomi descrittivi tradizionali come Angiospermae o regolarmente derivati da un genere "tipo" come Magnoliophyta, che derivano dal genere Magnolia.


Apparse nel Cretaceo (circa 130 milioni di anni fa), le angiosperme hanno rapidamente soppiantato le felci e le angiosperme.


Fanno parte della divisione delle Magnoliofite circa 300.000 specie botaniche, erbacee, arboree, arbustive e lianose. Sono oggi le piante più diffuse ed importanti, sia dal punto di vista ecologico che economico.


Il Liriodendro o Albero dei Tulipani (Liriodendron, L.) è un genere delle Magnoliaceae che comprende alberi di notevole dimensioni (il liriodendrum tulipifera supera a volte i 30 m di altezza) con fiori a coppa simili esteriormente a quelli del tulipano. Le foglie hanno una speciale forma quadrata lobata con apici, sono decidue, in autunno diventano giallo crema. I fiori grandi sono di un verde molto pallido e compaiono in giugno-luglio. I frutti secchi, lunghi 6-7 cm, ricordano delle pigne strette e piccole.


La magnolia sempreverde (Magnolia grandiflora), chiamata anche semplicemente magnolia, è una pianta originaria del sud degli Stati Uniti. Fu importata in Europa agli inizi del Settecento. Prende il nome da Pierre Magnol (1638-1715).

Hydrangea L. è un geere di piante della famiglia delle Hydrangeaceae, originarie della Cina e del Giappone, comunemente note come ortensie. Il genere comprende diverse specie di piante legnose arbustive originarie e molto diffuse nelle regioni orientali dell'Asia e dell'Himalaya.


La particolarità di questa pianta sono i fiori, riuniti in infiorescenze più o meno sferiche, dette corimbi o pannocchie, che portano i fiori per lo più sterili, soprattutto quelli esterni, per cui sono sostituiti dai sepali, grandi e petaliformi, mentre le altre parti fiorali sono abortite.


L'Arboreto


Ospita diverse specie arboree ed arbustive originariamente con la prevalenza di esotiche, ma attualmente con diverse specie della foresta dell'Italia boreale. Dell'impianto originario, attribuito allo stesso Scopoli, rimane un monumentale Platanus Hybrida (45 m di altezza, 7.30 m di circonferenza a 1 m dalla base).


Il cipresso delle paludi o cipresso calvo (Taxodium distichum) è un slbero delle Cupressacee, nativo degli Stati Uniti sudorientali. E' un albero di medie dimensioni, solitamente non più alto di 25 m (raramente oltre i 30 m di altezza) e un tronco di 2 metri di diametro (raramente 5 m) e una chima da conica a espansa del diametro fino a 10 m. Ha un tronco massiccio scanalato alla base e corteccia di colore rosso-bruno. Le foglie lineari, giallo-verdi superiormente e solcate da due strisce glauche inferiormente, disposte su due file opposte, cadono in autunno insieme ai rametti che le sostengono: sono quindi (una carateristica rara tra le conifere) decidue (da cui il secondo nome volgare). I fiori maschili sono raggruppato in amenti, quelli femminili sviluppano coni di colore verde che, maturando, diventano marroni. Viene utilizzato come ornamentale lungo gli stagni o i corsi d'acqua.

venerdì 28 maggio 2010

martedì 25 maggio 2010

Il Roseto



Sono state classificate circa 160 specie del genere "Rosa" (Rose originarie) che si sono evolute costituendo le basi di migliaia di mutazioni naturali e di mutazioni controllate dall'uomo (ibridi). Sono coltivate ormai in tutti i continenti. Il 70% di esse è originario dell'Asia e principalmente di Cina e Himalaya. Il 30% deriva da Medio-Oriente, Europa, Nord Africa e America. Botanici e giardiniere sono stati catturati dal fascino di queste specie riproducendole in habitat diversi
da quelli di origine e attribuendo loro il proprio nome. Così oggi è possibile ammirare queste specie e le numerosissime varietà che da esse derivano in roseti di tutto il mondo. Tante sono le qualità ed i pregi di questo importante gruppo di rose: la rusticità e adattabilità ad habitat da quelli di origine, il vigore e la facilità ad estendersi in modo naturale e a coprire ampie superfici per la caratteistica generale di pollonare, il fascino delle fioriture semplici nelle forme,audaci nelle tinte che coprono l'arbusto dalla base alla sommità,la versatilità nelle stagioni con il fogliame che si tinge dei colori dell'autunno,la presenza di frutti (cinorrodi) di forme e tinte diverse (dal giallo all'arancio al rosso al porpora al nero) che le rendono ornamentali nei mesi invernali,la loro autosufficienza che richiede minimi interventi da parte dell'uomo come nel caso dele malattie delle quali paiono essere totalmente immuni e dalle potature ch ne sono necessarie solo in rari e sporadici casi.

il roseto dell'orto botanico è statto istituito da Raffaele Ciferri come raccolta di sole varietà coltivate,è orientato a sud, in via Scopoli.La fioritura delle rose avviene in primavera e in aututnno e in queste occasioni vengono organizzate,dagli Amici dell'Orto botanico, molte manifestazioni ed eventi.

le rose occupano un'ampia zona e sono divise in tre principali tipi: le rose antiche,collocate nlle aiuole centrali, tra le quali è possibile osservare il gruppo Gallica.

conosciute già dai greci e dai Romani, a partire dal XVII secolo, furono create nuove varietà e coltivate su larga scala per la loro bellezza.Sembra addirittura che l'imperatrice Giuseppina agli inizi del secolo scorso ne avesse una collezione superiore alle 150 varietà.Le galliche sono veramente rose superbe, il colore delle corolle va dal porpora fino al rosa.

La loro forma varia da semplice a stradoppia ed hanno un profumo forte,solitamente ono di dimensioni modese, quasi prive di spine e di rigogliose;il gruppo Alba, le cui rose salgono quasi sicurament al Medioevo. Sono arbusti di grandi dimensione e furono chiamate per questo motivo "tree rose",Rose albero.Il loro colore va dal bianco puro al rosa che contrasta con il fogliame color grigio verde creando un effetto veramente stupenso. Le rose alba sono molto resistenti al freddo e sono adatte anche per la coltivazione in mezz'ombra. Richiedono potature leggere e sono molto resistenti alle malattie. Sono adatte all' ultima fila della bordure,in gruppo per creare grossi arbusti o da utilizzare come piccoli rampicanti;il gruppo damascena,rose coltivate dai Persiani,Dai greci e dai Romani.successivamente importante dal Medio Oriente in Europa tra i secoli XII e XIII, si distinsero per essere di grande qualità e per il profumo inebriante di rosa antica. Sono arbusti di bella forma aperta, con rami arcuati e foglie di colore grigio-verde molto tenere. Queste rose sono molto spinose;

nella zona sud est del giardino,sono collocati gli ibridi. Esistono attualmente non meno di un centinaio di varietà dalle caratteristiche estremamente diverse a seconda delle loro zone d'origie. Nella nostra epoca dove l'ambiente naturale è fortemente minacciato,ma dove cresce anche una forte coscienza per il suo rispetto e recupero,siamo portati ad apprezzare sempre più di queste rose per creare dei giardini più naturali e meno onerosi. Non è necessario possedere un parco per utilizzarle. alcune per le loro ridotte dimensioni ben si arominizzano anche i piccoli giardini, ma atteenzione perchè altre hanno una capacità di sviluppo che le fa diventare dei veri giganti, adatte a far crescere sugli alberi. I loro fiori sono quasi sempre semplici, raramente profumati, con unica fioritura. Producono spesso bacche molto decorative. Tra queste possiamo osservare l'ibrido perenne, l'ibrido di Moscata e lìibrido di Tea.

Nelle aiuole marginali, infine, sono presenti le rose selvatiche, nome comune per definire le rose canine. Questa è la tipologia di rosa spontanea più comune in Italia, molto frequente nelle siepi e ai margini dei boschi. Si tratta di un arbusto spinoso, alto 100-200 cm. Ha fusti legnosi glabri, con spine (rosse) robuste, arcuate, a base allungata, compresse. Le foglie sono composte da 5-7 foglioline ovala o ellittiche con margini dentati (denti semplici). I fiori, rosati hanno grandi petali e sono profumati. Fiorisce nei mesi di maggio e giugno.

Sono infine presenti due file di rose rampicanti supportate da semiaechi di fronte alle serre Briosi, Scopoli e Tomaselli.



Serra delle Orchidee

Attualmente l'interesse per la collezione di orchidee si è ridotto a pochi rappresentanti dei generi più noti.
Tommaselli vi introdusse una collezione di "tillandsia" e di "filicine"; queste ultime sono in fase di incenerimento così da trasformare questa serra in felciaria.

Le Serre di Scopoli



Le serre Scopoliane sono opera dell'architetto Giuseppe Piermarini.
Sono formate da due corpi collegati da un atrio comune.
Nel corpo orientale è mantenuta una specie di "cicadine" tra le più rappresentative dal punto di vista didattico.
Nel corpo occidentale si trova una collezione di piante di vecchia costruzione e integrata più volte con donazioni da parte di privati.
Vi sono specie di "cartacee", "liliacee", "composite", "asclepiadacee", "euforbiacee", "vitacee".

Serra Briosi (Piante Utilitarie)

Questa serra ospita una serie di piante esotiche da frutto; aromatiche da legno e ornamentali.
E' utilizzata come una serra di ricovero invernale di piante in vaso.
Vi è mantenuto anche un gruppo di individui di "cyperus papyris" in pieno rigoglio introdotto dalle stazioni siciliane.
15. Famiglia araceae Zantedeschia aethiorica Sud Africa.
16. Famiglia nyctaginaceae Bougaivillea glaba chosy
17. Famiglia rubiaceae Coffea Arabica l. Arabia.
18.Foto del chicco di caffè.
19. Jacaranda mimosifolia d. Brasilee Famiglia bignogaceae.
20.Cauarinaceae Casuarina tenissima Spreng Australia
21. Famiglia Rubaceae Cirus simeniis (l) osbeck Cina
22. Famiglia Banaceae Diosp ybos abernum i koing India malaya.
23. Famiglia Flacourttiaceae Aberia caffa Africa australe.
24. Palma.



Serra Tommaselli (Tropicale)

Serra Caldo umida: Fu costruita durante la direzione di Ruggero Tomaselli e attualmete contiene diverse specie esotiche di "palme", "pteridofte","aracee","euforbiacee","liliacee","marantacee", ecc...
25. Moracea Eufenia cary opyllata thumb Provenienza asia tropicale.
26. Famiglia araceae Mostera delicola liebm Messico vera cruz.
27. Musacea Mesa paradisiaca l. India.
28. Famiglia araceae Philodendron bipinnafidum Schott Brasile.
29. (misto e fogliame) Amomum grania paradisi l. Asia tropicale.
30. Misto palme centrali.
31. Ficus benjamin Asia tropicale.
32. Pandanus tectorius Parkinson India australiana polinesia.
33. Ficus roxburghii Asia tropicale
34. Misto.
35. Platycerium wallinkii hook Regione tropicale.
36. Spathiphyllum blandum Regione tropicale (calle xl).
37. Retro serre con alberi, arbusti.
All'interno della serra si può trovare la palma Chamaedorea Oblungata, estinta in natura e presente solo in pochissimi orti botanici del mondo.

Mappa Orto Botanico


1. Geran i aceae Geranium sanguineum l. Europa caucaso
2. Papilionaceae Latyrus lati follus l. Europa Meridionale
3. Redaceae Iris hibrida hort.
4. Cupressaceae Juniperus cummunis l. Europa Asia America Settentrionale.
5. Carice spondicola Famiglia cyperaceae Habitat sponde di canali e stagni Europa-caucasia. Flora acquatica.
6. Iris pseus da corus Giaggiolo acquatico Famiglia iridiacee.
7.8.9.10. Rose che tracciano il sentiero.
11. Thymelaceae Edgeworthia Papyrifera.
12. Famiglia rutaceae Dictamnus albus l. Nome volgare: dictamo, frassinella. Tipo cors-europ-sudsib.
13.Platano seminato da Antonio Scopoli nel 1778 altezza metri 45, circonferenza 1 metro alla base, metri 7,30 inserito nell'elenco degli alberi monumentali italiani.
14. Thea sinensis, originario della zona montuosa tra l'India e la Cina contenente gli alcaloidi caffeina, teofillina e teobrominia. Presente nell'Orto di Pavia dal 1890.

La Storia


A partire dal 1763, grazie al Lettore Fulgenzio Vitman, venne avviata l'opera di sensibilizzazione e persuasione delle autorità competenti al fine di creare una struttura adeguata per l'insegnamento della Botanica. Fu così che nel 1773 prese corpo l'attuale Orto Botanico di via S. Epifanio, istituito con decreto del Plenipotenziario di Casa d'Austria a Milano, Conte Carlo Firmian.

In pochi anni l'Orto venne sistemato e gli edifici dell'ex convento lateranense di S. Epifanio destinati all'Istituto di Botanica
Nel 1776, essendo Direttore Valentino Brusati, vennero edificate anche le serre su progetto dell'Architetto Piermarini, dapprima in legno, poi in muratura. Ma il merito di una sistemazione completa va soprattutto adAntonio Scopoli, che diresse l'Orto botanico dal 1777 al 1778 e che dell'Istituto ed Orto Botanico dell'Università di Pavia fu lo studioso più noto.
L’Orto Botanico subì numerose trasformazioni arrivando ad occupare addirittura 3 ettari di superficie, tra edifici e serre. Nel secondo dopoguerra venne radicalmente trasformata la facciata dell’Istituto: venne tolta una lunga serra, e venne aggiunto un ampio scalone frontale che abbraccia una fontana circolare. Questa nuova facciata restituì una maggiore completezza e unità architettonica alla struttura stessa.